© dott.ssa Stefania Musci 2022
via Gorizia 20, Reggio Emilia - via Vasco da Gama 20, Carpi (MO)
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psicologa Reggio Emilia - psicologa Carpi
Scopri le differenze tra baby blues e depressione post-partum. Approfondisci sintomi, cause e trattamenti, e impara a riconoscere quando cercare supporto psicologico.
Diventare genitori è un momento straordinario, ma può anche portare con sé una serie di sfide emotive. Molti genitori affrontano sentimenti complessi e, in alcuni casi, si trovano a dover fare i conti con la depressione post-partum o il più comune baby blues. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le differenze tra queste due condizioni, aiutandoti a capire meglio cosa aspettarti e quando è necessario cercare supporto.
Il baby blues è una condizione temporanea che colpisce molte neomamme nei giorni immediatamente successivi al parto. Circa il 70-80% delle madri sperimenta questa forma di tristezza. I sintomi tipici includono:
Sbalzi d’umore
Ansia
Irritabilità
Sensibilità emotiva
Fatica e insonnia
Questi sintomi tendono a risolversi spontaneamente entro due settimane dal parto.
Il baby blues è spesso attribuito a fattori ormonali, cambiamenti fisici e all’ansia legata all’arrivo di un bambino. L’adattamento alla nuova vita e il cambiamento delle dinamiche familiari possono contribuire a questa condizione.
La depressione post-partum è una condizione più severa che colpisce circa il 10-20% delle neomamme. A differenza del baby blues, i sintomi della depressione post-partum sono persistenti e possono includere:
Tristezza profonda e prolungata
Perdita di interesse nelle attività quotidiane
Ansia intensa e preoccupazioni eccessive
Difficoltà a instaurare un legame con il bambino
Cambiamenti nell’appetito e nel sonno
Questi sintomi possono insorgere fino a un anno dopo il parto e richiedono un intervento professionale.
Le cause della depressione post-partum possono essere complesse e multifattoriali. Tra i fattori principali troviamo:
Fattori ormonali: Le fluttuazioni ormonali post-parto possono influenzare l'umore.
Fattori psicologici: Storia di depressione o ansia prima della gravidanza.
Supporto sociale: Mancanza di sostegno da parte della famiglia e degli amici.
Stress e fatica: La mancanza di sonno e il carico di responsabilità possono aumentare il rischio di depressione.
Baby Blues: I sintomi si manifestano generalmente entro i primi giorni dopo il parto e tendono a risolversi spontaneamente entro due settimane.
Depressione Post-Parto: I sintomi possono durare mesi e, se non trattati, possono persistere a lungo.
Baby Blues: I sintomi sono generalmente lievi e gestibili.
Depressione Post-Parto: I sintomi possono essere gravi e influenzare la capacità di prendersi cura del bambino e di sé stessi.
Baby Blues: Nella maggior parte dei casi, non richiede un trattamento specifico.
Depressione Post-Parto: Richiede spesso un supporto psicologico e, in alcuni casi, un intervento farmacologico.
Se stai vivendo sentimenti di tristezza persistente, ansia intensa o hai difficoltà a prenderti cura di te o del tuo bambino, è fondamentale cercare aiuto. Un professionista della salute mentale può aiutarti a valutare la situazione e consigliare il trattamento più adeguato.
Il supporto familiare è cruciale. Parlare con partner, amici o familiari può alleviare il carico emotivo. Essere aperti sui propri sentimenti aiuta a creare un ambiente in cui è più facile ricevere aiuto.
La psicoterapia è uno dei trattamenti più efficaci per la depressione post-partum.
Ricevere supporto psicologico da un esperto in è fondamentale. Non tutti gli psicologi sono specializzati in psicologia perinatale, se ti trovi a Reggio Emilia, io mi occupo della salute mentale materna.
In alcuni casi, può essere utile affiancare la psicoterapia con la terapia farmacologica. È importante discutere con un medico psichiatra i rischi e i benefici di questa opzione. Il più delle volte gli psicofarmaci sono compatibili sia con la gravidanza che con l'allattamento.
Comprendere la differenza tra baby blues e depressione post-partum è fondamentale per affrontare le sfide emotive della maternità. Se stai vivendo sintomi che ti preoccupano, non esitare a cercare supporto. Parlarne è il primo passo verso il benessere.
La salute mentale durante e dopo la gravidanza è di vitale importanza. Con la giusta informazione e supporto, le madri possono affrontare queste sfide e godere di un’esperienza di maternità più serena e appagante.
Come capire se il professionista che si ha davanti è uno psicologo?
Solitamente i professionisti seri specificano la propria professione subito dopo il nome, in modo chiaro.
Mental coach, coach, counsellor non sono figure professionali sanitarie come lo psicologo, se non espressamente citato.
Per diventare psicologo servono 3+2 anni di università, un anno di tirocinio, il superamento dell'esame di stato e l'iscrizione all'albo degli psicologi.
Per diventare psicoterapeuta a tutto ciò si aggiungono 4 anni di scuola di psicoterapia con annesse supervisioni e terapia personale.
Per trovare uno psicologo basta andare a cercare il suo nome qui: nell'albo nazionale degli psicologi sul sito dell'ordine nazionale degli psicologi.
#psicologo #psicoterapeuta
Secondo la più recente concezione bio-psico-sociale di salute, quest'ultima può essere definita non in termini di assenza di malattia, ma come una condizione psico-fisica di benessere e appagamento. Stiamo bene quando siamo in condizioni fisiche e mentali ottimali, perché mente e corpo sono sempre connessi e non possiamo pensare che uno vada avanti senza l'altro, o perlomeno una parte può provare a farcela da sola per un po' di tempo ma di solito va a finire che poi ci chiede il conto!
#salute #benessere #mente #corpo
"Dallo psicologo ci vanno i matti" cit. Non siamo mica psichiatri! A parte gli scherzi, gli psichiatri hanno una formazione medica e possono prescrivere farmaci (a differenza dello psicologo) e si concentrano su una diagnosi psicopatologica di tipo categoriale, mentre lo psicologo è più interessato al funzionamento della persona e meno alle etichette. Lo psicologo non si occupa solo di disagio ma anche di empowerment e benessere. La legge 56 dell'89, istituisce la professione di Psicologo e prevede che la Categoria si doti di un Codice Deontologico. L'articolo 1 recita: "La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.
#psicologo #codicedeontologico #legge56/89
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